Rossetti e lucidalabbra rischiosi con il sole troppo forte

Sui cosmetici in generale i medici da anni lanciano l'allarme sulle intolleranze. Ma ora c'è da aggiungere anche che se rossetti e lipgloss dai colori sgargianti, se non contengono un filtro solare, come accade per la maggior parte di questi prodotti, possono 'attrarre' i raggi ultravioletti e aumentare il rischio di tumori cutanei. A lanciare l'allarme è una esperta dermatologa del Baylor University Medical Center di Dallas (Usa), Christine Brown, che avverte: "bisogna proteggere le labbra come il resto del viso, se non di più, applicandouno schermo totale se si prevede di stare al sole per più di 20 minuti". E il motivo è che - riporta il Washington Post - quando un tumore cutaneo si manifesta a livello del labbro inferiore, ci sono più chance che sia maggiormente aggressivo e che si possa diffondere ai linfonodi circostanti. Il pericolo, poi, aumenta se si utilizzano stick e balsami di moda, che anche per il loro contenuto di brillantini e agenti lucidanti hanno il potere di attrarre i raggi nocivi e di accrescere il pericolo di sviluppare una neoplasia cutanea.
(29 aprile 2008)

Occhio al gel per le ecografie: meglio di alta qualità

Adesso anche questa: il gel utilizzato durante le ecografie richia di provocare infezioni. Il rischio è reale se il centro o l'ospedale in cui si esegue l'esame sono molto attenti ai costi e tendono a risparmiare anche su questo prodotto. I ricercatori dell'ospedale di Aydin hanno eseguito le analisi batteriologiche su 669 confezioni sigillate di gel per ecografie di due aziende. Il primo marchio piuttosto economico, da 1 euro a bottiglia, l'altro da 6 euro a confezione. Si è scoperto che in nessuno dei 364 campioni più costosi è stata rilevata una qualche contaminazione batterica. Mentre in 222 bottiglie delle 305 del marchio più economico si sono trovate tracce del batterio Burkholderia. Si tratta di un agente infettante che, in caso di ferite e lesioni sulla pelle, può determinare infezioni da non trascurare.
(20 aprile 2008)

Troppe scelte mandano in tilt il nostro cervello

Dal caffè di prima mattina, al lavoro, ai programmi tv, siamo sempre più costretti a scegliere fra tantissime cose. Un'offerta che, lungi dal semplificarci la vita, sembra essere dannosa. Troppe scelte possono 'far male' al cervello, affaticandolo e scatenando una sorta di cortocircuito mentale che rende meno produttivi, a sostenerlo alcuni ricercatori americani. Troppe sono le alternative di scelta che bisogna fronteggiare quotidianamente, creando così un affaticamento ed una difficoltà a restare concentrati. Nei test di laboratorio alcuni volontari dovevano attentamente scegliere tra diversi prodotti commerciali, corsi universitari o materiali di studio, mentre gli altri non dovevano prendere decisioni, ma semplicemente considerare le opzioni che avevano di fronte. Alla fine, tutti dovevano portare a termine anche un paio di compiti spiacevoli (tipo bere un liquido amaro o mettere le mani in acqua gelata). Così il team ha scoperto che il gruppo che prima aveva dovuto scegliere, faceva più fatica a portare a termine il compito assegnato e a restare concentrato, rispetto agli altri. Per verificare queste scoperte nella vita reale, i ricercatori hanno intervistato un gruppo di persone impegnate nello shopping, chiedendo loro di eseguire semplici problemi aritmetici dopo una maratona di compere. Così hanno scoperto che più scelte erano state fatte nella mattinata, peggiori erano i risultati ai test. Insomma, dover scegliere ruba preziose risorse alla mente umana. E se le possibilità sono divertenti? Nell'ultimo esperimento il team ha scoperto che anche doversi giostrare tra opzioni piacevoli è stancante per la mente. Fare delle scelte è faticoso, mentre limitarsi a pensarci su non lo è: la semplice azione di dire sì o no può essere mentalmente impegnativa.
(12 aprile 2008)

A maggio visite tiroide gratis in tutta Italia

Dal 12 al 16 maggio è in programma la Settimana nazionale della tiroide: visite cialistiche gratuite per verificare l'eventuale presenza di alterazioni. Un numero verde (800.911.255) permetterà di conoscere l’elenco degli ospedali aderenti e di prenotare la visita, questo però solamente a partire da lunedì 5 maggio. L'iniziativa è promossa dal Club delle Uec (Associazione delle Unità di endocrinochirurgia italiane). Sono circa 100 gli ospedali coinvolti, tra cui alcune strutture di riferimento a livello nazionale, a partire dal oliclinico Gemelli di Roma. La Campagna è volta a sensibilizzare l'opinione pubblica
sull'importanza della prevenzione e della diagnosi precoce. Un controllo di routine, ricordano gli esperti, è di grande importanza. Le visite contribuiranno a far emergere disturbi e malattie della ghiandola, che spesso non vengono riconosciute poiché sintomatiche o con manifestazioni comuni ad altre patologie in questo modo sarà possibile formulare diagnosi precoci e prescrivere terapie mirate, farmacologiche oppure chirurgiche. Il ricorso a esami ecografici con macchine sempre più sensibili e sofisticate, consente di rilevare noduli tiroidei spesso di piccole dimensioni in circa il 50% della popolazione, la stragrande maggioranza dei quali sono benigni. La maggior parte delle malattie della tiroide viene curata con terapie mediche e solo una piccola parte richiede l'intervento del chirurgo.
(9 aprile 2008)

Alzheimer: fenomeno in crescita

L'Organizzazione mondiale della sanità la definisce l'epidemia silente. È l'Alzheimer, malattia neurodegenerativa che colpisce circa 600 mila italiani, con la previsione che nel 2020 quelli costretti a fare i conti con questa patologia 'ruba memoria' potrebbero essere molti di più. La stima è da brivido: tra 12 anni i casi potrebbero essere addirittura raddoppiati nel nostro Paese, con circa un milione e duemila connazionali privati dei loro ricordi. A fare il punto sull'Alzheimer, ma anche su un'altra patologia neurodegenerativa altrettanto nota, il morbo di Parkinson, sono gli esperti. Nel mondo l'Alzheimer affligge 29 milioni di persone. In Italia colpisce il 5% degli over 60 e quasi il 50% dei 'nonni' con 85 o più anni. Progressiva e irreversibile, la malattia di Alzheimer distrugge le cellule del cervello e provoca il deterioramento della memoria, del pensiero e del comportamento. I costi sociali ed economici della patologia "sono drammatici", assicurano gli esperti. Ogni paziente costa alla società, sia per spese mediche che assistenziali, circa 20 mila euro l'anno all'inizio della malattia, per arrivare a 45 mila nelle fasi più avanzate. I farmaci oggi disponibili intervengono solo sui sintomi. Ma la recente scoperta di un nuovo gene coinvolto nella patogenesi della malattia di Alzheimer sta aprendo nuove frontiere per la cura della malattia. È stato infatti dimostrato che la riduzione e l'alterazione della sortilina 1 aumenta la produzione della proteina neurotossica beta-amiloide responsabile della distruzione dei neuroni. È in studio la messa a punto di uno specifico vaccino che, bloccando la produzione di beta-amiloide, potrebbe bloccare la progressione della malattia. Mentre si sta già sperimentando, sempre negli States, un altro siero che agendo sul sistema immunitario potrebbe bloccare la formazione delle placche amiloidi, un punto chiave nella genesi della malattia.
(2 aprile 2008)

Il progresso della medicina allunga la vita

Sono 7 gli anni guadagnati, nell’ultimo trentennio, grazie al progresso della medicina. Passi in avanti compiuti soprattutto nella cura delle malattie cardiovascolari, 'killer' numero uno in molti paesi occidentali. L'80% di questo prolungamento della vita media degli italiani è dovuta agli avanzamenti e alle nuove tecnologie utilizzate in cardiologia. Per le patologie di cuore e arterie si sono fatti passi da gigante soprattutto nelle terapie, anche se in tema di prevenzione c'è ancora molto da fare. Anche per l’angioplastica la mortalità si è dimezzata. In Italia però questa tecnica è ancora utilizzata solo nel 50% dei pazienti che ne avrebbero bisogno, le strutture sanitarie risentono infatti sia di una scarsa organizzazione e di carenza di attrezzature. Alcuni specialisti sostengono che per migliorare la situazione occorrerebbe programmare meglio la rete delle emergenze e i Pronto soccorso, mettendo in rapporto le ambulanze con i centri ospedalieri e dirottando il paziente, una volta fatta la diagnosi a distanza, presso la struttura dove è possibile procedere in breve tempo con l'angioplastica. Adottando questo criterio si potrebbe ridurre ulteriormente del 5% il tasso di mortalità e curare un numero superiore di persone. In oltre studiosi americani, in accordo con quelli europei, sono convinti che nei casi di infarto non grave è necessario procedere in maniera per così dire aggressiva: non bisogna far passare del tempo prezioso e occorre effettuare subito esami diagnostici come la coronarografia. Questo, secondo gli esperti statunitensi, consente di fotografare per tempo la situazione, di intervenire eventualmente con un'angioplastica o l'applicazione di uno stent, e di aumentare del 10% la sopravvivenza. Discorso differente viene fatto per le donne, se non sono a rischio di eventi cardiovascolari si consiglia di adottare un approccio più conservativo: aspettare cioè, prima di intervenire in maniera invasiva.
(28 Marzo 2008)

Tumore al seno: la prevenzione è fondamentale

Fondamentale nella lotta al tumore al seno è riuscire a scoprirne la presenza il prima possibile. Un obiettivo oggi raggiungibile grazie a una serie di esami che ogni donna può fare nell’arco della sua vita. Per fare prevenzione non esiste un’età specifica. Già verso i 20-22 sarebbe auspicabile iniziare uno screening basato su esami ematochimici, test diagnostici, affiancati da esami radiologici come l’ecografia, la mammografia, e, per specifici gruppi di pazienti, la risonanza magnetica. Per le donne nell’età compresa tra i 40 e i 65 anni è assolutamente importante sottoporsi, almeno ogni 2 anni, alla mammografia, esame che permette di riconoscere i tumori in fase molto precoce. Nell’eventualità che in famiglia si siano verificati casi di tumore è necessario sottoporsi allo screening a intervalli di tempo minori. In questo caso non bisogna tenere sotto controllo solo i figli di persone colpite dal tumore al seno ma anche i collaterali o i salti di generazione.
(25 marzo 2008)

L'urologo risponde

Da oggi si potranno fare domande, chiedere informazioni direttamente all'urologo del Biocontrol, attraverso la posta elettronica. Basterà scrivere nell'oggetto della e-mail "L'urologo risponde". L'indirizzo è urp@biocontrol.it. La risposta in pochi giorni.

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