Uova di pasqua tediose

Uova di cioccolato 'indigeste' come gli euro in monetine. La colpa è del nichel, ingrediente naturale del cacao, a cui è allergico fino al 10% degli italiani, soprattutto donne. Per chi è intollerante a questo metallo, una scorpacciata di cioccolata può regalare una sorpresa di Pasqua poco gradita: "Prurito, eritemi ed eczemi, rigonfiamento delle labbra, disturbi gastrointestinali", spiega Giampiero Patriarca, direttore del Servizio di allergologia del Policlinico Gemelli di Roma. Fino al 10% degli italiani è allergico al nichel. Le più colpite sono le donne: il 20% del gentil sesso subisce le 'reazioni avverse' a questo metallo. Se nella maggior parte dei casi la reazione è scatenata dal contatto, molti altri soffrono anche di allergia sistemica al nichel. In questi casi, basta mangiare cibi che contengono quantità anche minime di questo metallo per andare incontro a orticaria, eczema e altri disturbi. Gli alimenti 'incriminati' sono funghi, spinaci, arachidi e appunto il cacao. Occhio alle uova di Pasqua, dunque. La reazione allergica è modulata anche dallo stato immunitario: se si è stressati, si abbassa la soglia di tolleranza e gli effetti saranno più forti. Non solo il nichel può rendere indigesta una scorpacciata di cioccolata. Le allergie alimentari possono essere scatenate anche dalle xantine, sostanze chimiche come la caffeina, la teina e la teobromina che è contenuta nel cioccolato. Uova 'off limit', infine, per l'1% dei piccoli italiani allergici a questa leccornia tanto amata da grandi e piccini. Il cioccolato è una miscela di ingredienti diversi, fra cui latte, lecitina di soia,nocciole e arachidi, sostanze in grado di scatenare reazioni allergiche nei bambini. Le conseguenze sono soprattutto di natura cutanea, come rossore, prurito e labbra gonfie, ma non mancano casi più rari di riniti, asma e altri disturbi respiratori.
(22 marzo 2008)

Il nostro intestino è lo specchio della nostra psiche

L’immagine della nostra attività mentale è riposta nel nostro intestino. Qui, infatti, trovano sbocco malesseri e conflittualità, fantasie trasgressive e ricordi dolorosi. Recenti studi illustrano l'approccio psicosomatico tra intestino-cervello e intestino-cuore. Il flusso dei pensieri e delle emozioni, trova nell'intestino una traduzione puntuale. Pensieri contorti e stagnanti rallentano e complicano la mobilità intestinale, così come eventi ed emozioni intense ne disturbano la funzionalità. Insomma, i vari sintomi intestinali sperimentati con fastidio ogni giorno da milioni di italiani, in realtà simulano su un piano somatico un rapporto conflittuale con l'istinto e il lato 'ombra' della psiche. Per esempio, un eccessivo attaccamento al passato, a relazioni finite, ricordi, oggetti accumulati nel tempo e vecchie abitudini, ingombrano la vita come una scoria tossica. Proprio come le feci nell'intestino pigro. Oppure il supercontrollo che non consente mai di lasciarsi andare, viene tradotto sul piano fisico nella stitichezza. E ancora, la presenza di fantasie trasgressive o aggressive, vissute come 'sporche' e quindi eliminate, ricordano quello che accade nel caso delle scariche da colite. Ma allora quali sono gli atteggiamenti psicologici 'alleati' di un intestino sano? Gli esperti non hanno dubbi, è necessario "assecondare l'istinto. Esprimere senza paura del giudizio altrui le proprie emozioni".
(20 marzo 2008)

Liste d’attesa sempre più lunghe

Cinquecentocinquanta giorni per una mammografia, 630 per una visita specialista dall’oculista. Sempre più lunghi anche i tempi per un intervento chirurgico e sempre più gli italiani che sono costretti all’intra moenia, (ovvero alle prestazioni dei medici di un ospedale, ma al di fuori dell’orario di lavoro, che utilizzano le strutture ambulatoriali e diagnostiche dell’ospedale stesso). Insomma le liste di attesa sono da cinque anni in preoccupante aumento e sono diventate ormai un muro fra i cittadini e l’accesso alle cure per la salute. È quanto emerge dal nono Rapporto Pit salute da Cittadinanzattiva-Tribunale del malato presentato nei giorni scorsi a Roma. Un quadro desolante in cui i tempi già lunghi sono cresciuti nel 2007 dell0 0,9% rispetto all’anno precedente e il fenomeno delle lunghe liste di attesa rappresenta non solo una delle cause della mobilità sanitaria, ma l`ostacolo principale all`effettiva fruizione delle prestazioni sanitarie individuate nei Livelli Essenziali di Assistenza e alla tempestività e qualità delle cure. L`area che guida questa triste hit parade delle liste di attesa è la diagnostica (58% delle segnalazioni), seguita dalla specialistica (31%) e dagli interventi chirurgici (9%).
(19 marzo 2008)

Aumento tumori: errata alimentazione e scarsa prevenzione

Il 35% dei tumori deriva da un'errata alimentazione, percentuale raccapricciante, considerando che in Italia ogni giorno si registrano più di 700 casi di cancro. Ed è proprio partendo da una corretta alimentazione, che la Lega italiana per la lotta ai tumori (Lilt) promuove la settimana nazionale per la prevenzione oncologica, in programma dal 21 al 30 marzo. Anche quest’anno, i volontari Lilt, saranno presenti nelle principali piazze italiane. In cambio di un contributo, consegneranno bottiglie di olio extravergine di olio di oliva, rigorosamente certificato e di produzione italiana, insieme all'opuscolo informativo per un'efficace lotta ai tumori. Gli italiani vengono invitati a consumare l'olio extravergine d'oliva e a scegliere la dieta mediterranea,la stessa che la scorsa settimana è stata candidata a patrimonio culturale immateriale dell'Unesco. Frutta fresca e verdura non dovrebbero mai mancare sulla nostra tavola, nel nostro menù quotidiano. Durante questa settimana ci sarà l'occasione per effettuare visite mediche di controllo in oltre 350 ambulatori Lilt. Attualmente il tasso di guaribilità è del 54%, ma potrebbe raggiungere l'80% se ognuno di noi cominciasse ad adottare stili di vita corretti e a sottoporsi con regolare periodicità a opportuni controlli clinico-strumentali. Fondamentale, in una storia di tumore, è la diagnosi: più è precoce e maggiori sono le possibilità di salvarsi. A Cosenza, dal 25 al 31 marzo, presso le sedi della Lega si effettueranno controlli mammografici gratuiti. Per maggiori informazioni visitare il sito http://www.legatumori.it/. Mentre, presso il Biocontrol si tengono consulti senologici completi tutto l'anno.
(15 marzo 2008)

Attenzione ai popcorn: ingredente danneggia polmoni

Un composto chimico usato per rendere più gustosi i popcorn, danneggia i polmoni e le vie aeree. L'allarme arriva da esperti del governo americano che riportano su 'Toxicological Sciences' i risultati dello studio condotto su topi di laboratorio per testare il diacetile, il composto incriminato. Il diacetile, un componente del burro artificiale che aromatizzai popcorn cotti al microonde, può causare una malattia nota come bronchiolite linfocitica. I topi, 'costretti' per 3 mesi a respirare i vapori di diacetile, hanno sviluppato questo disturbo, che a sua volta può portare a una bronchiolite obliterativa, o "polmone da popcorn". Si tratterebbe di una forma rara e debilitante già osservata nei lavoratori degli impianti di impacchettamento di questi prodotti e, almeno in un consumatore dello snack. Il disturbo causato da questo composto, difficile da trattare, si manifesta con tosse e respiro corto, sintomi che peggiorano velocemente. Il Congresso americano sta ora lavorando per mettere a punto rapidamente un provvedimento che ordini di fissare limiti chiari all'esposizione al diacetile. La Fda sostiene di aver segnalato, a settembre scorso, il caso di una persona gravemente malata dopo aver mangiato, tutti i giorni, grandi quantitativi di popcorn cotti al microonde.
(13 marzo 2008)

Test fai da te: costosi e pericolisi

Allarme per i kit diagnostici test 'fai da te', venduti senza ricetta o addirittura sul web. Secondo un gruppo di medici e scienziati britannici, rischiano di far male al portafogli, ma anche di avere effetto controproducente per la salute di chi decidesse di acquistarli. Sempre più persone sono attratte dagli esami 'casalinghi', che potrebbero dare una falsa sensazione di sicurezza o scatenare inutili allarmi. A scagliarsi contro i test per rilevare possibili rischi genetici di malattie, marker di patologie epatiche, colesterolo alto o allergie sono gli autori di uno studio britannico del Royal College of Pathologisths (Gb).
L'operazione non vale il denaro speso, sono infatti molti i rischi a cui ci si sottopone: questi esami non tengono conto di stile di vita e storia familiare del soggetto, elementi necessari per delineare una patologia. I campioni di sangue o altri fluidi spediti per posta, poi, potrebbero non 'sopravvivere' al viaggio, verso il laboratorio incaricato degli esami e oltre tutto c'è il rischio di incappare in un prodotto contraffatto. Inoltre alcuni kit tengono conto solo di pochi biomarker, e sono in grado di rilevare soltanto alcune anomalie, rispetto ai più precisi, sensibili e accurati controlli eseguiti in ospedale.
(12 marzo 2008)

Dolci: alla sola vista il nostro cervello va in tilt

Se alla vista di cannoli e ciambelle in vetrina non si resiste, entrando di corsa in pasticceria ad acquistarli, non c'è da sentirsi troppo in colpa. Tutto dipende dal cervello, mandato in tilt dalla sola immagine dei dolci. Ora uno studio dimostra, utilizzando la risonanza magnetica, la reazione del cervello alla loro vista. Una reazione che, dunque, comincia molto prima che i dolci siano assaporati dal palato. L'equipe americana, che ha condotto la ricerca, ha sottoposto i volontari al test due volte: la prima dopo aver mangiato fino a non poterne più le classiche ciambelle ricoperte di glassa alla crema, e la seconda volta dopo un digiuno di otto ore. In entrambi i casi ai volontari venivano fatte guardare anche le immagini delle ciambelle o di un cocktail a base di vodka e arancia, mentre il loro cervello veniva fotografato dalla risonanza magnetica funzionale. Dopo aver mangiato i dolci, alla loro vista il cervello non mostrava alcuna reazione o, comunque, nessun particolare interesse. Ma se l'immagine della ciambella arrivava sullo schermo dopo il digiuno, l'attività cerebrale era alle stelle. Immediatamente si accendevano due aree: il 'cervello limbico' o primitivo, che si attivava alla vista del cibo nei volontari affamati, e subito dopo i meccanismi dell'attenzione spaziale, che spingevano a focalizzare l'attenzione dei partecipanti sulle ciambelle, ignorando l'altra immagine sullo schermo. Un sistema complesso nel nostro cervello aiuta a rivolgere l'attenzione a ciò che può soddisfare i nostri bisogni.
(11 marzo 2008)

Insufficienza renale: rischio sottovalutato

Le malattie renali costituiscono una minaccia a livello mondiale. In Italia sono oltre due milioni che ne soffrono, ma molti non lo sanno e rischiano la dialisi o complicazioni potenzialmente letali. L’8 marzo, perciò, si è celebrata la “Giornata mondiale del rene”, promossa dalla Federazione internazionale delle fondazioni del rene e dalla Società internazionale di nefrologia. Nelle strutture sanitarie ci sono state visite preventive ed esami gratuiti, medici a disposizione per dare consigli e consulti, punti informativi, distribuzione di opuscoli e altro materiale sulle malattie renali e la loro prevenzione. Lo scopo di questa giornata è quello di formare i cittadini sulla prevenzione. Quindi la parola d'ordine è diagnosi precoce: ogni anno andrebbero fatti controlli su pressione e livelli di proteine nelle urine, costano poco e permettono di individuare per tempo il problema e di trattarlo con i farmaci, oggi efficacissimi. L'invito alla prevenzione vale a tutte le età. Tra le regole d'oro per difendere i reni anche evitare il fumo, limitare dolci, grassi e sale, e svolgere un'attività fisica regolare. È necessario ricordarsi che i reni hanno un ruolo chiave nel nostro organismo, hanno il compito di filtrare il sangue, purificarlo e regolare il contenuto corporeo di acqua e numerose altre sostanze utili. Sono organi complessi e fragili, e il loro malfunzionamento può portare a infarti, scompenso cardiaco e ictus. Nei casi di insufficienza cronica grave si arriva alla dialisi.
(10 marzo 2008)

Italiani meno depressi e ansiosi in Europa

Italiani fra i meno depressi e ansiosi in Europa. Ma c'è anche il rovescio della medaglia: l'Italia 'vanta' purtroppo tempi lunghissimi nel trattamento di alcune patologie: ben 28 anni di ritardo, in media, prima di arrivare a cure efficaci per ansia e fobie e due anni in caso di depressione maggiore. Più colpite da disturbi mentali sono le donne, spesso casalinghe. Altre categorie a rischio sono i disabili, i disoccupati, i divorziati. L'età media di insorgenza dei sintomi si ha tra i 15 e i 30 anni, dunque in età molto giovane: per l'ansia, in particolare, nel 50% dei casi i primi segnali si hanno poco prima dei 15 anni, mentre per la depressione fra i 25 e i 30 anni. La maggior parte dei pazienti, però, si rivolge al medico e viene trattata molto tempo. E proprio la scarsa tempestività e, spesso, specificità della cura si traduce in risultati poco positivi. Il concetto di diagnosi precoce legata ai problemi psichiatrici è ancora assente nella cultura popolare, mentre sta penetrando efficacemente per quanto riguarda i tumori. E questo è un problema se si pensa che l'efficacia del trattamento è strettamente legata alla tempestività con cui si inizia. Anche per quanto riguarda l'utilizzo di psicofarmaci, l'Italia si classifica agli ultimi posti fra i Paesi europei osservati, 'battuta' solo dall'Olanda. E la fotografia dei consumi pone al primo posto, gli ansiolitici infatti l'11% del campione li ha assunti senza però accostarli a una psicoterapia. Seguono gli antidepressivi (5%) e gli antipsicotici (0,5%). Tra coloro che hanno fatto ricorso ai servizi pubblici per 'calmare' ansia e depressione, il 38% ha consultato soltanto il medico di medicina generale mentre il 21% si è recato direttamente dallo psichiatra, il 6% dallo psicologo e il 28% ha chiesto aiuto sia al medico di famiglia che allo specialista.
(7 marzo 2008)

Al via il vaccino contro il papilloma virus

È partita la prima campagna di vaccinazione (volontaria) contro il papilloma virus (Hpv): l'agente virale responsabile del cancro della cervice uterina che colpisce, ogni anno, nel nostro Paese, circa 3.500 donne e che causa la morte di mille di esse. L'iniziativa di prevenzione sarà coordinata dalle ASL di appartenenza. Questo anno saranno, dunque, chiamate alla vaccinazione, attraverso una lettera di invito, tutte le bambine italiane nate nel 1997. Mentre il prossimo anno toccherà al '98.
Il vaccino, infatti, si dimostra efficace, se somministrato in giovane età, prima che si entri in contatto con il virus, che si trasmette generalmente per via sessuale (l'uso del profilattico non pare avere azione protettiva) per questo l'offerta vaccinale gratuita è rivolta a tutte le bambine tra gli undici e i dodici anni di età. Il vaccino verrà somministrato attraverso tre iniezioni a tre mesi di distanza l’una dall’altra. L’obiettivo è quello di ridurre nelle prossime generazioni i casi di tumore al collo uterino.
Anche le donne che non rientrano nel target stabilito potranno vaccinarsi, ad esclusione di quelle in gravidanza (poiché attualmente non ci sono dati che dimostrino, che non si verifichino problematiche per la madre o per il feto), attraverso prescrizione medica. Il vaccino difatti è disponibile, a pagamento, in farmacia ed è destinato alle donne che non hanno l'infezione da HPV, quindi prima di ricorrere alla vaccinazione è importante fare un Pap-test per essere sicuri di non avere già contratto l'infezione. È importante ricordare che il vaccino non sostituisce il Pap-test ed è particolarmente raccomandato alle donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni.
(06 marzo 2008)

Sindrome "bimbi vecchi": colpa di una proteina

Cellule staminali, alterate per colpa di una proteina mutante, sarebbero alla base della sindrome dei 'bimbi vecchi'. Si tratta di una malattia rarissima (solo 100 casi sono descritti nella letteratura scientifica), che provoca un invecchiamento precoce, da 5 a 10 volte più rapido rispetto al normale. E porta i piccoli pazienti alla morte intorno ai 15 anni. Il meccanismo che provoca l'invecchiamento accelerato è la progerina, una forma anomala della proteina lamina A. Ma questa proteina alterata viene prodotta anche nelle persone sane, e la sua presenza in cellule non malate è stata collegata al normale invecchiamento.
L'origine della malattia è determinata da alti livelli di progerina che alterano l'identità delle cellule staminali, provocando un'anomala osteogenesi e adipogenesi.
(05 marzo 2008)

L'urologo risponde

Da oggi si potranno fare domande, chiedere informazioni direttamente all'urologo del Biocontrol, attraverso la posta elettronica. Basterà scrivere nell'oggetto della e-mail "L'urologo risponde". L'indirizzo è urp@biocontrol.it. La risposta in pochi giorni.

Come giudichi il servizio offerto da Biocontrol?