Italiani meno depressi e ansiosi in Europa

Italiani fra i meno depressi e ansiosi in Europa. Ma c'è anche il rovescio della medaglia: l'Italia 'vanta' purtroppo tempi lunghissimi nel trattamento di alcune patologie: ben 28 anni di ritardo, in media, prima di arrivare a cure efficaci per ansia e fobie e due anni in caso di depressione maggiore. Più colpite da disturbi mentali sono le donne, spesso casalinghe. Altre categorie a rischio sono i disabili, i disoccupati, i divorziati. L'età media di insorgenza dei sintomi si ha tra i 15 e i 30 anni, dunque in età molto giovane: per l'ansia, in particolare, nel 50% dei casi i primi segnali si hanno poco prima dei 15 anni, mentre per la depressione fra i 25 e i 30 anni. La maggior parte dei pazienti, però, si rivolge al medico e viene trattata molto tempo. E proprio la scarsa tempestività e, spesso, specificità della cura si traduce in risultati poco positivi. Il concetto di diagnosi precoce legata ai problemi psichiatrici è ancora assente nella cultura popolare, mentre sta penetrando efficacemente per quanto riguarda i tumori. E questo è un problema se si pensa che l'efficacia del trattamento è strettamente legata alla tempestività con cui si inizia. Anche per quanto riguarda l'utilizzo di psicofarmaci, l'Italia si classifica agli ultimi posti fra i Paesi europei osservati, 'battuta' solo dall'Olanda. E la fotografia dei consumi pone al primo posto, gli ansiolitici infatti l'11% del campione li ha assunti senza però accostarli a una psicoterapia. Seguono gli antidepressivi (5%) e gli antipsicotici (0,5%). Tra coloro che hanno fatto ricorso ai servizi pubblici per 'calmare' ansia e depressione, il 38% ha consultato soltanto il medico di medicina generale mentre il 21% si è recato direttamente dallo psichiatra, il 6% dallo psicologo e il 28% ha chiesto aiuto sia al medico di famiglia che allo specialista.
(7 marzo 2008)

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