Pro e contro dei chili di troppo

Sono tutti d’accordo: l’obesità è un problema grave, e va combattuta. Tanto che di recente il direttore dall'International Obesity Task Force, il nutrizionista Philip James ha suggerito l’istituzione di una vera e propria task force contro il flagello dell’opulenza. "La dilagante obesità va affrontata – ritiene James - né più né meno alla stregua dei cambiamenti climatici. E i leader di ciascun Paese devono impegnarsi per garantire ai loro cittadini l'accesso al cibo sano". E il primo passo nella direzione giusta, avvisa, "è quello di scrivere regole più rigide sulla commercializzazione dei prodotti alimentari, e sulla loro etichettatura", avvisa il nutrizionista dal palco del congresso dell'American Association for the Advancement in Science, a Boston (Usa). I suoi strali si rivolgono "alla crescente mancanza di esercizio fisico e ai piani delle grandi multinazionali alimentari che mirano a conquistare bambini e giovani".La situazione è tale, dice, che "nel mondo ci sono 10 milioni di bambini sovrappeso o obesi. Il doppio di quelli malnutriti. Più di un indicatore ci dice che non stiamo facendo abbastanza per contrastare questa tendenza all'aumento di peso tra i più piccoli".
Ma nello stesso momento in cui a Baston si dicono queste cose, sempre dagli Stati Uniti viene fuori uno studio dell'agenzia federale Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) che, di fatto riabilita i 'paffutelli'.
Insomma: l'obesità, continua a essere il grande nemico da contrastare, ma se i chili in più non sono molti, le cose cambiano decisamente. Chi è in sovrappeso corre un più alto rischio di morire per alcune patologie quali diabete e malattie renali rispetto alle persone in perfetto peso forma, precisa il rapporto dei Cdc, ma i 'grassottelli' rischiano meno di perdere la vita per enfisema, polmonite e altre malattie respiratorie, senza esporli al rischio di malattie cardiache o di cancro. E, in generale, il loro tasso di mortalità è più basso.
Ma i ricercatori che hanno condotto lo studio, capitanati da Katherine Flegel, ci hanno tenuto molto a precisare che i dati raccolti sono basati sulla mortalità non sull'incidenza delle malattie. “Noi – hanno detto - non possiamo dire, basandoci su questa ricerca, se si hanno più probabilità di ammalarsi di cancro o di malattie cardiache, ma esclusivamente se si rischia maggiormente di morire di queste patologie". Dunque un conto è restare in vita, un altro è vivere in buona salute. Certo è che qualche curva in più, oltre a non guastare, potrebbe essere preferibile a una frenetica e disperata dieta per buttar giù qualche chilo di troppo.
In definitiva, basta il buon senso di una volta, potendo scegliere: grassi no, ma nemmeno rinsecchiti.
(20 febbraaio 2008)

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