Osteoporosi: l'epidemia silenziosa

Nell'Unione Europea almeno il 40% delle donne e il 13% degli uomini, superati i 50 anni subisce una frattura causata dalla fragilità ossea. In Italia quattro milioni di persone ne sono colpite (di cui 3 milioni donne) e si registrano 250mila fratture ogni anno (70mila del femore). Sono i numeri dell’“epidemia silenziosa”. Così è chiamata l’osteoporosi, perché quando compaiono i suoi primi sintomi la malattia è spesso in fase avanzata. Ma quali sono questi sintomi? Una frattura vertebrale, oppure la statura si è ridotta per le alterazioni della colonna e per l'insidiosa tendenza delle ossa a impoverirsi di minerali, sali di calcio e a diventare così fragili da favorire le fratture.
La perdita di densità ossea comincia, in genere, dopo i 50 anni e colpisce prevalentemente le donne dopo la menopausa.
Ma la lotta all’“epidemia silenziosa” va iniziata da giovani, anche da parte degli uomini. L’osteoporosi è una malattia che in molti casi si può prevenire. E per farlo bisogna conoscerla da giovani, perché è proprio nei primi 25-30 anni di vita che si determina la “qualità” delle ossa.
Tutti sono potenzialmente a rischio di osteoporosi, ma come accade per ogni patologia, la probabilità di sviluppare o meno osteoporosi dipende da molti fattori, chiamati appunto “fattori di rischio”. Maggiore è il numero dei fattori di rischio presenti in un singolo soggetto, maggiore è la probabilità che il soggetto sviluppi osteoporosi.
I principali “fattori di rischio” - come ricorda la Lega italiana osteoporosi - sono fattori genetici, come l’età avanzata, il sesso femminile, la costituzione minuta. Ci sono poi i cosiddetti “fattori ambientali”, come la dieta carente di calcio, la vita sedentaria, l’eccessiva magrezza, l’alimentazione a basso contenuto di proteine, il consumo eccessivo di fibre non digeribili, l’eccesso di fumo, alcool, caffè, l’abuso di lassativi e l’immobilizzazione protratta. E, infine, a esporre alla minaccia di osteoporosi intervengono anche i fattori ormonali e le malattie endocrine: la menopausa precoce (prima dei 45 anni), i periodi prolungati di amenorrea (assenza di mestruazioni, oltre un anno), la menopausa chirurgica (ovariectomia), l’iperparatiroidismo, l’ipertiroidismo, il morbo di Cushing, l’ipogonadismi, l’iperprolattinemia. Poi ci sono altre malattie che possono facilitare l’insorgere dell’osteoporosi: il malassorbimento intestinale (Crohn, celiachia, ecc.), l’anoressia nervosa, l’insufficienza renale cronica, l’artrite reumatoide, le epatopatie croniche, le malattie ostruttive respiratorie croniche, il mieloma multiplo. E, infine, l’uso di alcuni farmaci come i corticosteroidi, l’eparina, gli anticonvulsivanti e gli antiacidi. Si tratta, lo ricordiamo, di “fattori di rischio” e non di sintomi o cause certe di osteoporosi: solo una visita specialistica accurata e le moderne tecnologie diagnostiche possono dare il responso effettivo.
(28 gennaio 2008)

1 commento:

Anonimo ha detto...

UNO STUDIO RIVELA: IL CIOCCOLATO METTE A RISCHIO LA SALUTE DELLE OSSA FEMMINILI
Non solo chili di troppo per le donne che vanno pazze per il cioccolato. Le cattive notizie arrivano oggi da uno studio che ha guadagnato le pagine dell'American Journal of Clinical Nutrition, condotto su un 'esercito' di 1.000 donne tra i 70 e gli 85 anni. Ebbene, le amanti del cibo degli Dei sono più a rischio osteoporosi rispetto a quelle che resistono al fascino della tavoletta. Ossa più fragili, con un maggior pericolo di fratture, per chi non rinuncia a un consumo regolare di questo alimento. Lo studio, del resto, parla chiaro. I ricercatori dell'University of Western Australia hanno misurato - servendosi di raggi X - la densità ossea del campione di donne sottoposte allo studio. Hanno così potuto osservare che chi mangiava cioccolata meno di una volta a settimana poteva contare su ossa più 'forti' e sane rispetto al gentil sesso 'ghiotto' dell'irresistibile alimento derivato dai semi della pianta di cacao. Una bassa densità ossea è stata rilevata su fianchi, collo, tibia e tallone delle amanti del cioccolato. "Questo alimento - sottolinea Jonathan Hodgson, a capo dello studio - è stato promosso per una vasta gamma di proprietà benefiche a livello cardiovascolare. Ma, di fatto, i suoi effetti su altri aspetti dell'organismo non sono stati studiati". A mettere a rischio lo scheletro delle golose potrebbe essere, ipotizzano gli studiosi australiani, la presenza di ossalato, una sostanza che ostacola l'assorbimento di calcio da parte dell'organismo. Ma anche lozucchero che, d'altro canto, agevola l'eliminazione di questa preziosasostanza. Il cioccolato, dunque, protegge cuore, vasi e arterie, ma metterebbe a rischio le ossa del gentil sesso. C'è da scommetterci, tuttavia, che le notizie che arrivano dall'Australia stavolta per molte sortiranno un colpo al cuore.
AdnKronos Salute

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